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Penso alle mamme che non hanno allattato e che si sentono in colpa e meno “mamme” per colpa di quelle acide che glielo fanno notare!

Punto primo: io non ho allattato, o meglio, ho allattato pochissimo, credo un mese e mezzo. Poi mi sono arresa. Dopo che cosa? Dopo che la mia pelle con ferite profonde e infezioni mi ha portato all’esasperazione e all’esaurimento. Ed ero a pezzi perché vedevo solo dita puntate addosso e feroci critiche da parte delle mamme-mucca.

Io adoro le mamme-mucca: quelle che conoscono il buon uso del silenzio nei confronti di quelle che le guardano invidiandole per la facilità con cui somministrano il pasto a mo’ di pompa di benzina. Senza il minimo dolore, al supermercato come al bar, dal parrucchiere come al parco, esibiscono la tetta gocciolante incuranti del contorno. E hanno il cervello di non commentare la mamma con il biberon.

Ti dicono “soffri un pochino”, “dai sforzati e sopporta”, e la famigerata “lo fanno tutte le mamme al mondo da secoli” e tu non sai più a che santo votarti: io nell’ordine mi sono votata alle ostetriche, alla nursery dove ho partorito, alla mia mamma, alle amiche, alla Leche League, al medico di base, alla ginecologa. E al tiralatte elettrico ovviamente! E niente mi ha aiutata ad avviare un allattamento decente. Niente.

Nemmeno il cavolo nero che avrei dovuto (avrei, ipotetico) far bollire e usare come impacco per alleviare le ragadi, mentre al mio bimbo davo il latte in biberon a seno scoperto e gocciolante, secondo la consulente che ho contattato. Peccato che io avessi un’infezione, causata dalle ragadi, così profonde, che mi è stato dato antibiotico per direttissima e valutato in accordo con il pediatra di dare latte artificiale al piccolo perché a quel punto il bimbo non mangiava a sufficienza e non si poteva rimandare.

Mi sono sentita terribilmente una merda, mi hanno fatto sentire terribilmente una merda per aver rinunciato ad allattare. Ma passati gli ormoni ballerini, col famoso sennodipoi, capisci che una mamma in grado di badare al proprio bambino con serenità lucida, con controllo di sé e ritrovato equilibrio è il miglior regalo che si possa fare al proprio bimbo.

Per questo non mi pento di aver smesso, perché ho dei ricordi bellissimi delle notti passate sveglia, perché la serenità mi ha permesso di ascoltare attentamente i segnali del mio neonato e di averlo cresciuto con quella pace un po’ isterica che costella la vita di una neomamma alle prese con dubbi e primi problemini… Sono grata a lui di avermi indicato il modo di farlo felice: solo perché il non allattamento (perché quello era) in qualche modo si era concluso, era un pensiero accantonato. Mi permetteva di lasciare spazio ad altri sentimenti e libera di ascoltare e concentrarmi davvero su di lui.

Non dico che non mi sia mancato ma col sennodipoi forse se avessi insistito a voler provare non avrei i ricordi che ho ma solo una mamma sempre in lacrime o nervosa…

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Valeria Sartorio
Valeria Sartorio
FEMMINA CAUCASICA, PROFESSIONISTA PER LA COMUNICAZIONE & LE PI(ERRE), OFFRE GRATIS QUI STORIE A BASE DI ATTUALITÀ, NUOVI MEDIA E ANEDDOTI SEMISERI DI VITA VISSUTA.

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