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Questa mattina è apparso sulle pagine del Corriere della Sera un annuncio pubblicitario che sta cercando la viralità, portando il focus sulla questione della maternità in relazione all’occupazione.

Credo lo stia facendo nella maniera peggiore, e un pò triste a dire la verità: simula la situazione in cui una madre, dovendo rientrare al lavoro, consegni le dimissioni al figlio dal suo ruolo.

Ma la me stessa madre e la me stessa donnachelavora non sono la stessa cosa, non sono da mettere sullo stesso piano. Chiedete a tutte le donne che lavorano a casa e fuori se si dimenticano un secondo dei figli? Se vivono tranquille o con i sensi di colpa?

L’occupazione femminile in relazione alla maternità è indubbiamente un grosso problema ma credo che la soluzione sia un’altra: politiche del lavoro serie che includano il telelavoro come normalità, che prevedano la flessibilità e il lavoro per obiettivi invece che pretendere che una donna sia presente in ufficio dalle 9.00 alle 18.00.

Se una lavoratrice è una persona seria, lo è sempre. Prende seriamente il proprio compito quando siede davanti ad un computer, sia che sia in  ufficio sia che si trovi altrove: anche su una terrazza in riva al mare.

Ah no, questa è la soluzione più ovvia e scontata: prima bisogna cambiare la testa delle persone, in primis i datori di lavoro, soprattutto le donne.

Bisogna avere il coraggio di tagliare fuori quelle donne che approfittano della propria situazione, accollando alle colleghe le proprie responsabilità con assenze strategiche, scaricabarili, obiettivi disattesi.

Bisogna avere protezione e incoraggiamento quando una donne decide di denunciare un datore di lavoro che propone contratti e condizioni illegali, manda mail minatorie, fa pressioni indebite.

Ma finchè una donna rimane sola, a fare la madre, a lavorare (anche se in un ufficio affollato), ad affrontare le spese continue di una maternità senza alcuna agevolazione e supporto, a combattere contro una coscienza comune che non solo non riconosce il problema ma lo crea: beh allora anche la pagine del Corriere rimane lettera morta, virale per due giorni, caso studio ai convegni di social media. Niente di più.

Questa la lettera apparsa sulle pagine del Corriere e che trovate in rete :

dimissioni da madre corriere della sera

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Valeria Sartorio
Valeria Sartorio
FEMMINA CAUCASICA, PROFESSIONISTA PER LA COMUNICAZIONE & LE PI(ERRE), OFFRE GRATIS QUI STORIE A BASE DI ATTUALITÀ, NUOVI MEDIA E ANEDDOTI SEMISERI DI VITA VISSUTA.

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