Che cos’è un influencer?
7 Febbraio 2018
due fratelli
Ritorno alla vita, ovvero di quella volta che…
7 Aprile 2020

Vedo aziende e professionisti, che si lanciano e devono crescere, escludere l’ufficio stampa a priori come ramo della Comunicazione del proprio business.

Tutti si buttano allegramente a capofitto su Facebook e su Instagram senza pensare prima a quali possono essere davvero i canali efficaci per raccontarsi, pensando semplicemente che tutti sono sui social.

Tutti, innanzitutto, non vuol dire niente.

Anche i canali social, ogni singolo canale social ha un pubblico ben preciso e definito, che ha abitudini, linguaggio, orizzonti di riferimento altrettanto precisi che vanno conosciuti, prima di essere frequentati.

É un pò come andare in balera e andare in discoteca: le età che le frequentano sono diverse, e così il tipo di musica, di abbigliamento, di orario, di intrattenimento etc… Infatti, i giovanissimi che si ritrovano in balera girano i tacchi dopo un po’. O i nonni scatenati scappano a gambe levate da quel “bum bum”

La stessa cosa accade alle persone che si imbattono casualmente in ciò che comunicate e che offrite: una bara o una dentiera hanno più pubblico su Facebook che su Instagram, perchè a meno di contenuti che attirino una fascia più giovane di utenti, come fa Taffo (che però fa ridere, ma chiedetevi se fa fatturato…), ha una più popolosa presenza di ultra 65 enni che sono interessati all’articolo.

Così accade per i canali di Comunicazione, solo che l’ufficio stampa è così ricco che i target vengono definiti dalle migliaia di mezzi (la carta, il web, la tv e la radio) che possono accogliere il vostro messaggio. E che il vostro ufficio stampa conosce bene, selezionando i mezzi più idonei a comunicarvi.

Fermi tutti!

Passo indietro: uno dei discorsi che sento accampare di tanto in tanto è che

l’editoria è morta!

e mi fa piacere dirvi che invece, casomai, è frammentata anzi frammentatissima perchè il panorama dei blog (proprietari o terzi domini sulle testate nazionali) e delle testate online offre ogni giorno canali di pubblicazione e, soprattutto, interlocutori sensibili e con interessi verticali e specifici, in grado di comprendere anche l’argomento più tecnico, grazie alla formazione e alle competenze del blogger/giornalista che lo gestisce.

Accanto al web ci sono ovviamente i giornali con le periodicità più varie, la tv che il web ha frammentato tanto quanto ha frammentato l’informazione tradizionale, la radio per la quale si può dire lo stesso, e naturalmente il web che tra giornalisti della carta stampata prestati alla rete, blogger e influencer (per saperne di più clicca qui!) ha insegnato agli addetti stampa anche a destreggiarsi con un nuovo modo di intendere l’informazione e di relazionarsi con l’interlocutore.

Quindi che cos’è l’ufficio stampa? 

Oggi, è una figura che ha competenze di Comunicazione e Marketing trasversali e parla un linguaggio che non esclude, anzi include sempre di più competenze tecniche del mondo del web.

Il suo ruolo è quello di raccontarvi senza mentire a giornalisti/blogger/influencer che si occupano del settore del quale la vostra azienda si occupa, creando storie attorno a ciò che vi succede in azienda in modo che quegli stessi interlocutori le trovino accattivanti al punto da volerne scrivere. “Creare storie” non significa inventare ma illuminare con un riflettore differente i vostri prodotti, i dati economici, gli accordi e gli episodi curiosi che vivete con il vostro lavoro.

La menzogna lasciatela ad addetti stampa di serie B perchè smascherino la propria incompetenza davanti alla stampa, ormai abituata alle bufale e alla verifica delle fonti tante sono le bufale in circolazione. E lasciate perdere anche gli scribacchini di serie B.

Quello che oggi chiamano storytelling è una cosa che l’ufficio stampa fa dalla notte dei tempi: raccontare la storia dei propri clienti, raccontarne il prodotto, il servizio, i risultati, le persone che ci hanno lavorato. Ogni-santo-giorno.

Il risultato? Una raccolta di articoli, pagine web, servizi tv e interventi radiofonici che sui social trovano diffusione ulteriore. Che sono da questi ultimi veicolate.

E che cosa ve ne fate di quegli articoli? Innanzitutto “arrivano” a chi li legge, che grazie al vostro addetto stampa è un interlocutore che può capirvi, avendo il primo scelto il mezzo più idoneo a raggiungere il secondo.

Chi legge la stampa, in qualsiasi forma sia, è molta più gente di quanto i patiti del webbe possano pensare. I lettori che si approcciano ad un giornale di design per esempio sono dediti alla lentezza e alla meditazione per scovare tra quelle righe il prossimo trend, il pezzo da acquistare, ad esempio. Chi legge di Arte e Cultura apprezza approfondimenti su quanto viene trattato. Chi si occupa di aziende e di economia vuole capire, vuole dati precisi, vuole competenza in ciò che legge. E solo un giornalista o un blogger competente (cosa che un addetto stampa sa scovare e “agganciare”) possono riuscire a farlo.

Ma è solo per parlare con le persone che io pago? Lo so fare pure io!

Chi si occupa di ufficio stampa “parla” con la stampa solo quando ha studiato, sviscerato e analizzato il settore e il cliente bombardandolo di domande e chiarendosi le idee. Quando tutti i giorni legge stampa, web e social per catturare, se ha fortuna, il momento di boom che il vostro prodotto può cavalcare perchè attinente. Quando intesse relazioni più o meno durature con una pletora infinita di persone e quando, avendo fatto tutto questo, non smette di farlo MAI, formandosi di continuo per garantire a chi è seguito il massimo del trattamento e del risultato. Questo è un addetto stampa.

É lo si è prima di tutto per attitudine e poi per formazione.

Quelle che dall’esterno sembrano chiacchiere sono il veicolo che fa conoscere voi e la vostra azienda alla stampa e dalla stampa ai lettori e dai lettori alle cene fra amici e conoscenti, nelle conversazioni, nelle riunioni, negli scambi di opinione che riguardino il vostro settore. Giorno-dopo-giorno.

Posso farlo da solo in azienda con le risorse che già ci sono!

Ok, se ancora non è convincente, bloccate un vostro dipendente che non ha specifiche competenze in ufficio stampa ma magari si occupa di Marketing e chiedetegli come si muoverebbe, chi chiamerebbe, scommettiamo che nello stesso lasso di tempo io ho già cominciato ad assicurarmi qualche uscita stampa? A parità di materiale a disposizione, s’intende.

Perchè quello per cui pagate, oltre alla competenza è la FITTISSIMA RETE DI RELAZIONI. Pensateci un pò come se fossimo medici: un linguaggio tutto nostro, un sistema di relazioni tutto nostro, risultati e voi che pensate di trovarvi di fronte un esercito di Ostrogoti che però hanno già diffuso il vostro marchio e i vostri prodotti.

Non salviamo delle vite (a volte sì, nel senso che salviamo il posto di lavoro a qualche dirigente che l’ha sparata un pò grossa!) ma salviamo tutto ciò che fate dal dimenticatoio, accendiamo la luce su chi siete. Parliamo in modo che gli altri parlino di voi.

E il vantaggio dove sta? Cosa me ne faccio di quelle uscite?

Avete presente quei clienti che vorreste acchiappare? quel canale di vendita in cui vorreste entrare? quel fornitore che fatica a vendere il vostro prodotto a favore del competitor più noto? Ecco, un addetto stampa fa in modo che sia il cliente a cercarvi, che sia il cliente finale del fornitore a cercarvi, che sia il canale di vendita ad accettarvi una volta visto il vostro prodotto su un giornale. Quelle uscite le condividiamo sui canali social, sperando diventino virali. Le mettiamo sul sito per testimoniare l’impegno e l’investimento in Comunicazione. Insomma le trasformiamo in millemila occasioni di attirare il target (o più di uno) e di giocarvi l’occasione di VENDERE e fatturare, se ve la sapete giocare bene.

Eh sì, perchè un addetto stampa porta le occasioni ma non vende, nel senso che non completiamo la catena del tuo business, siamo uno degli anelli più grossi e pesanti ma senza tutti gli altri, addio braccialetto! Ci inseriamo fra Marketing e Commerciale e spingiamo dove loro ne hanno più bisogno per vendere, su tutti i Media.

Media con la E, mi raccomando 🙂

 

Facebook Comments
Valeria Sartorio
Valeria Sartorio
FEMMINA CAUCASICA, PROFESSIONISTA PER LA COMUNICAZIONE & LE PI(ERRE), OFFRE GRATIS QUI STORIE A BASE DI ATTUALITÀ, NUOVI MEDIA E ANEDDOTI SEMISERI DI VITA VISSUTA.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *